C’era una volta un pescatore di nome Marco che viveva in un piccolo villaggio vicino al mare. Ogni giorno, si svegliava presto al mattino e andava a pescare per sfamare la sua famiglia. Marco era un uomo gentile e generoso, ma a volte si sentiva triste perché non riusciva mai a pescare abbastanza pesci.
Un giorno, mentre era in mare con la sua piccola barca, Marco si accorse di aver preso qualcosa di molto grosso nella sua rete. Tirò con tutte le sue forze e, con grande sorpresa, vide un pesce scintillante che brillava di mille colori. “Per favore, lasciami andare,” disse il pesce con una voce dolce e melodiosa. “Io sono un pesce magico e, se mi liberi, esaudirò un tuo desiderio.”
Marco, stupito di sentire un pesce parlare, restò in silenzio per un momento e poi rispose: “Va bene, ti libererò. Ma non voglio nulla in cambio. Sei troppo bello per essere tenuto prigioniero.” Così dicendo, Marco liberò il pesce che con un guizzo scomparve tra le onde.
Tornato a casa, Marco raccontò l’accaduto alla sua famiglia. I suoi figli erano entusiasti e la moglie sorrise orgogliosa del buon cuore di Marco. Quella notte, mentre Marco dormiva, sentì una voce nel sogno che gli diceva: “Per la tua generosità, troverai un dono sulla riva del mare domani.”
Il giorno seguente, Marco si recò sulla spiaggia e vide un baule di legno adagiato sulla sabbia. Aprendolo, trovò dentro abbastanza oro e gioielli per prendersi cura della sua famiglia per tutta la vita. Marco era felicissimo, ma non si dimenticò mai della lezione appresa: la gentilezza e la generosità portano sempre a una ricompensa.
Da quel giorno in poi, Marco continuò a pescare, non per necessità, ma per amore del mare. Raccontava spesso ai suoi figli la storia del pesce magico, insegnando loro che la bontà del cuore è il tesoro più grande di tutti.
E così, il villaggio prosperò grazie alla bontà di Marco, e tutti vissero felici e contenti. La leggenda del pescatore e del pesce magico si sparse in tutti i villaggi vicini, ricordando a grandi e piccini l’importanza di essere gentili e generosi.

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