C’era una volta, in un piccolo villaggio ai margini di una grande foresta, un gattino di nome Micio. Micio era un gattino molto curioso e vivace, ma aveva un piccolo problema: era un po’ distratto e spesso finiva nei guai per questo motivo.
Un giorno, mentre giocava in giardino, Micio vide una bellissima farfalla colorata e decise di seguirla. Corse, saltò e inseguì la farfalla finché non si accorse di essersi allontanato troppo da casa. Spaventato, cercò di trovare la strada del ritorno, ma ogni albero e cespuglio gli sembrava uguale.
Micio cominciò a sentirsi triste e un po’ spaventato. Si rese conto che aveva commesso un errore a non prestare attenzione al percorso. Ma proprio mentre stava per perdersi d’animo, sentì una dolce voce provenire da un albero vicino.
Era la voce di Gufo Saggio, un vecchio gufo che viveva nella foresta. “Ciao, piccolo gattino”, disse Gufo Saggio. “Sembra che tu abbia bisogno di un po’ di aiuto”.
Micio, con gli occhi pieni di lacrime, spiegò al gufo saggio cosa era successo. “Ho seguito una farfalla e mi sono perso. Non so come tornare a casa”.
Gufo Saggio, con un sorriso gentile, disse: “Tutti commettono errori, Micio. L’importante è imparare da essi e non scoraggiarsi. Ora asciuga le tue lacrime e seguimi. Ti mostrerò la strada di casa”.
Micio seguì attentamente Gufo Saggio, cercando di memorizzare il percorso questa volta. Mentre camminavano, Gufo Saggio raccontò a Micio varie storie di altri animali che avevano commesso errori simili, ma che avevano imparato a fare meglio.
Quando finalmente arrivarono al giardino di casa, Micio si sentì sollevato e grato. Ringraziò Gufo Saggio per l’aiuto e promise a se stesso di prestare più attenzione in futuro.
Da quel giorno, Micio diventò più attento e cercò sempre di ricordare che, anche se commettere errori era normale, era importante imparare da essi.
E così, Micio visse felice e contento, sapendo che anche i momenti difficili potevano insegnargli qualcosa di prezioso. E ogni volta che vedeva una farfalla, sorrideva, ricordandosi della sua avventura e della lezione che aveva imparato sulla convivenza con i propri errori.

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