C’era una volta, in un grande e incantevole bosco, un piccolo germoglio di quercia di nome Gigi. Gigi viveva sotto la chioma protettiva del suo albero madre. Ogni giorno, osservava i grandi alberi intorno a lui e sognava di diventare grande come loro.
Un giorno, mentre il sole splendeva alto nel cielo, Gigi sentì un soffice brusio. Era il vento, che sussurrava storie di alberi che avevano viaggiato molto lontano. Gigi era affascinato. “Cosa significa diventare grandi?” chiese al vento. “Devi crescere forte e saggio, e imparare a conoscere il mondo intorno a te,” rispose il vento con una dolce carezza.
Determinato a crescere, Gigi iniziò a fare attenzione a tutto ciò che accadeva intorno a lui. Osservava le formiche industriarsi nel loro lavoro, ascoltava gli uccellini cantare melodie e imparava dalle foglie che cadevano dolcemente a terra. Ogni giorno, Gigi cresceva un po’ di più, sia in altezza che in saggezza.
Arrivò l’autunno e con esso le piogge. Gigi imparò ad apprezzare l’acqua che gli dava forza e lo aiutava a crescere più in alto. In inverno, invece, quando la neve si posava su di lui, imparò ad essere paziente e resiliente. “Diventare grandi richiede tempo e pazienza,” pensava Gigi tra sé e sé.
Finalmente, giunse la primavera. Gigi si guardò intorno e si accorse che non era più un piccolo germoglio, ma un giovane albero di quercia. I suoi rami erano robusti e le sue foglie verdi e rigogliose. Gli animali del bosco ora trovavano rifugio sotto la sua ombra e gli uccelli costruivano i loro nidi tra i suoi rami.
“Gigi, sei diventato grande,” disse il vento, passando accanto a lui. Gigi rise. “Ho imparato tanto e continuerò a crescere,” rispose con gratitudine. Così, Gigi capì che diventare grandi non significava solo crescere in altezza, ma anche diventare un rifugio e un aiuto per gli altri.
E così, Gigi visse nel bosco, felice e consapevole dell’importanza di ogni esperienza. Diventare grandi, aveva capito, è un viaggio che non finisce mai. E nel suo cuore, Gigi portava sempre il ricordo di quel piccolo germoglio che sognava di toccare il cielo.

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