La Fiaba dei Sogni Magici

C’era una volta, in un piccolo villaggio ai piedi di un’alta montagna, una bambina di nome Livia. Livia aveva sette anni e amava sognare. Ogni notte, quando chiudeva gli occhi, entrava in un mondo magico pieno di meraviglie.

Una sera, subito dopo essere andata a letto, Livia si ritrovò in un sogno speciale. Si trovava in una foresta incantata, dove gli alberi erano alti come giganti e avevano foglie che brillavano come stelle. Gli animali parlavano e i ruscelli cantavano melodie dolci.

In questo sogno, Livia incontrò un gufo saggio di nome Barnaba. Barnaba aveva grandi occhi dorati ed era posato su un ramo scuro. “Benvenuta, Livia”, disse il gufo con una voce profonda. “Qui, nei sogni magici, tutto è possibile.”

Livia sorrise e chiese: “Posso volare come gli uccelli?” Barnaba annuì e le spiegò come fare. Con un battito di mani e un pensiero felice, Livia cominciò a sollevarsi da terra. Volò sopra la foresta, sentendo il vento tra i capelli e ridendo di gioia.

Mentre esplorava il cielo, Livia vide un castello fatto di nuvole morbide. Decise di visitarlo e, una volta atterrata, trovò una porta dorata che conduceva al suo interno. All’interno del castello, ogni stanza era piena di giochi e sorprese. C’era una sala con scivoli fatti di arcobaleni e un’altra piena di palloncini che cantavano.

Livia si divertì moltissimo, ma sapeva che doveva tornare a casa prima che il sole sorgesse nel mondo reale. Salutò Barnaba il gufo, promettendo di tornare presto. “Ricorda, Livia”, le disse Barnaba, “i sogni magici ci mostrano che la tua immaginazione non ha limiti.”

Con un ultimo sorriso, Livia chiuse gli occhi nel sogno e li riaprì nel suo letto caldo e sicuro. Era tornata a casa, ma portava con sé la felicità e la meraviglia del suo viaggio notturno.

Da quel giorno, Livia non dimenticò mai quanto fosse potente e magica la sua immaginazione. Ogni notte, chiudendo gli occhi, sapeva che l’avrebbe portata in luoghi straordinari, in mondi dove tutto era possibile. E così, visse felice, sapendo che i sogni magici erano sempre solo un battito di ciglia di distanza.


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